Seconda edizione: Tunisia
MEDITERRANEO CONTEMPORANEO 2022 –TUNISIA
Dal 30 novembre al 3 dicembre la rassegna Mediterraneo contemporaneo è tornata con appuntamenti fra Napoli e Salerno. Il primo è stato con Mariam Al Ferjani protagonista del film “La bella e le bestie” in Accademia di Belle Arti a Napoli
A partire dalla metà degli anni ‘60, Pier Paolo Pasolini rivolge lo sguardo alla cultura araba perché costituisce una sorta di Altro assoluto, una straordinaria roccaforte etica ed estetica di oppressi intorno al Mediterraneo.
Mediterraneo contemporaneo è il luogo della cultura “Altra” e considerata diversa. La visione decoloniale è centrale in questa rassegna, ideata e curata da Maria Rosaria Greco, che dopo il Libano della prima edizione, quest’anno è stata dedicata alla Tunisia. Gli appuntamenti sono stati organizzati dal 30 novembre al 3 dicembre fra Napoli e Salerno con un filo conduttore: democrazia e migrazioni.
Il progetto è lo spazio mediterraneo del Centro di produzione teatrale Casa del Contemporaneo e vuole intercettare le avanguardie artistiche, le voci messe a tacere, le identità culturali che attraversano le società mediterranee, delle quali siamo parte integrante più di quanto immaginiamo.
Mediterraneo contemporaneo ogni anno approfondisce un paese diverso, per cui dopo il Libano era interessante passare al continente africano, alla riva sud del Mediterraneo. E la Tunisia in particolare vive un momento molto delicato: dopo la rivoluzione dei gelsomini del 2011 che cacciava il tiranno Ben Ali, oggi il Paese è una democrazia assolutamente in bilico. Il 17 dicembre si vota e dopo il referendum costituzionale del 25 luglio scorso, che ha radicalmente modificato la costituzione approvata nel 2014, tutto sembra ritornare verso un Presidente con poteri assoluti. Nessuna riforma strutturale è stata adottata, sia in campo economico che sociale, e la Tunisia è rimasta intrappolata in una grave crisi economica, peggiorata dalla pandemia e dalla crisi energetica, che spinge sempre più giovani tunisini a prendere la via del mare verso l’Europa. In questo contesto il focus era capire quale fosse lo scenario artistico e culturale. Di sicuro una delle grandi conquiste dei tunisini dopo il 2011 è stata la liberazione della parola, in questa libertà d’espressione trova spazio la nuova Tunisia, quella democratica, plurale, coraggiosa, che non vuole tornare alla dittatura. Mediterraneo contemporaneo ha voluto scoprire e ascoltare questa voce.
Ogni appuntamento ha permesso di conoscere da vicino la Tunisia, le sue tensioni culturali e sociali, i suoi sapori, la sua musica, e ogni ospite è stato un pezzo di questo racconto.
CINEMA
Mercoledì 30 novembre a Napoli si è tenuto il primo appuntamento presso il Cinema Modernissimo, alle ore 10, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, in particolare con la Scuola di Cinema e grazie alla KITCHENFILM. È stata organizzata la proiezione del film La bella e le bestie della regista Kaouther Ben Hania, con la presenza della protagonista Mariam Al Ferjani. Ispirato a una storia vera il film è liberamente tratto dal libro Coupable d’avoir été violée (2013), scritto da Meriem Ben Mohamed assieme alla giornalista Ava Djamshidi e racconta la storia di Mariam, violentata da tre poliziotti, che decide di denunciare. Non è solo la storia di uno stupro, ma anche degli abusi di potere della polizia, e dell’omertà di chi ha paura di ribellarsi. Nello sfondo la Tunisia con i suoi problemi che cerca la democrazia. Con questa interpretazione Mariam Al Ferjani nel 2018 a Cannes si aggiudica il premio Miglior Attrice nell’ambito dei The Critics Award dell’Arab Cinema Center.
Erano presenti circa 300 studenti dei corsi di cinema attivi in ABANA, che, prima e dopo la proiezione del film, hanno fatto molte domande alla protagonista in merito alla situazione socio culturale in Tunisia, in merito alle tecniche usate per girare il film, ecc.
CULTURA
Giovedì 1 dicembre si è tenuto il secondo incontro. Questa volta a Salerno, presso il Teatro Ghirelli alle ore 18 con Renata Pepicelli, docente di Islamistica e storia dei paesi islamici all’Università di Pisa (tra le maggiori esperte in Italia della realtà socioculturale tunisina), per un approfondimento sulle tensioni sociali e culturali della Tunisia, con lei Giso Amendola, docente di sociologia del diritto all’Università di Salerno, accompagnati dal dj set di Kais Zriba, giornalista e dj tunisino che ha ripercorso la musica della rivolta, dalla rivoluzione del 2010-2011 fino ad oggi. Durante la serata è stato offerto cous cous e tè alla menta, a cura dell’associazione Ubuntu – Nuove generazioni italiane.
Con i due docenti Pepicelli e Amendola, ma anche attraverso la musica di Kais Zriba, si è parlato della Tunisia oggi a due passi dalle elezioni del 17 dicembre, degli scenari sociali e culturali, della vivacità artistica di Tunisi, ma anche dello stallo economico che sconvolge ormai da troppo tempo la Tunisia, mentre “la meglio gioventù” tunisina sta lasciando il Paese.
Stupenda conclusione della serata con il cous cous e i dolci tunisini.
ATTUALITA’
Il terzo appuntamento si è tenuto venerdì 2 dicembre alle ore 11,30 all’Università degli studi di Salerno, Aula 1 SSC -Edificio C, con la giornalista Arianna Poletti, in collegamento dalla Tunisia, che ha presentatol’inchiesta appena pubblicata e condotta con la collega Aida Delpuech: “TuNur, il modello di esportazione di energia verde dal Nord Africa all’Ue”. Un’impresa britannico-tunisina sta progettando una gigantesca centrale solare nel deserto della Tunisia, un impianto che richiede un enorme consumo d’acqua. L’energia verde però andrà solo all’Europa. “Il miracolo del sole africano – ha spiegato la Poletti – torna a suggestionare un’Europa che ancora fatica a liberarsi del proprio retaggio coloniale quando guarda alla riva sud del Mediterraneo.” Hanno moderato i docenti Unisa Gennaro Avallone, sociologia dello spazio e Giso Amendola, sociologia del diritto.
La Poletti, giornalista freelance che vive e lavora in Tunisia, collabora con diverse testate giornalistiche italiane e internazionali soprattutto su questioni sociali, ambientali e postcoloniali tra Europa e Nord Africa. In precedenza ha lavorato in Francia per la rivista Jeune Afrique ed è membro del collettivo di freelance Fada Collective.
MUSICA
Sabato 3 dicembre infine al Teatro Ghirelli di Salerno,ore 19.30, chiusura travolgente della rassegna con il concerto dei Fanfara Station. Il Ghirellisold out era trascinato dai ritmi e dalla voce di Marzouk Mejri, dalla tromba e trombone di Charles Ferris, dall’elettronica di Ghiaccioli e Branzini. Impossibile rimanere fermi sulle poltrone del teatro. Il Maghreb scorreva fra il pubblico accompagnandolo in giro per il Mediterraneo, migranti fra i migranti. Un sound potente quello dei Fanfara Station che hanno deciso di chiudere il concerto con la bellissima e disperata “canzone arrabbiata”, unico pezzo italiano. Una scelta meravigliosa. Mediterraneo contemporaneo non poteva concludere meglio di così.
Il trio composto da Marzouk Mejri (voce, percussioni, fiati tunisini, loop), Charles Ferris (tromba, trombone e loop) Ghiaccioli e Branzini (elettronica e programming) fonde la forza di un’orchestra di fiati e l’elettronica ai ritmi e canti del Maghreb. Il progetto si ispira al ricordo della banda del padre di Marzouk a Tunisi. La formazione celebra l’epopea dei popoli migranti del Mediterraneo, delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il Medio Oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe.
(Qui di seguito alcune foto del concerto dei Fanfara Station al Ghirelli di Salerno)
Nella serata di chiusura ovviamente sono stati fatti i ringraziamenti a tutte le collaborazioni e ai partenariati, agli artisti che hanno partecipato e in particolare alla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana che ha sostenuto il progetto. Va ricordato che il progetto è stato promosso da Casa del Contemporaneo, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, in partenariato con Regione Campania, Provincia di Salerno, Comune di Salerno, Università degli studi di Salerno, Accademia di Belle Arti di Napoli, Fondazione Salerno Contemporanea, Teatro Antonio Ghirelli e Associazione Ubuntu – Nuove generazioni italiane. Media partner il Manifesto e Pagine Esteri.
Un particolare ringraziamento va al pubblico che ci segue affezionato già dallo scorso anno. Anche in questa edizione i partecipanti sono stati tantissimi e stupendi. Mediterraneo contemporaneo 2022 dedicato alla Tunisia finisce qua, circondata dall’affetto di tantiamici. Il luogo della cultura altra con visione decoloniale prosegue, l’anno prossimo con un nuovo Paese mediterraneo.
Scoprite quale sarà, rimanete con noi.
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